lunedì 13 febbraio 2012

Meglio di Euclide

Mi ero appena chiuso la porta alle spalle. Ci eravamo salutati con quei bacetti sguinci che non so perchè mi sono sempre sembrati vigliacchi, sarà perchè sono rapidi, perchè è più uno sfiorarsi di guance che dei baci veri e propri, sarà perchè non ci si guarda neppure. Vabbè che neanche quando ci si bacia sul serio ci si guarda, che tanto non si capisce quasi niente, al massimo apri gli occhi per vedere se chi ti bacia tiene gli occhi chiusi o meno. E se poi li apre quando li chiudi tu? Ci si potrebbe alternare all'infinito, nel senso dell'infinito della durata di un bacio. Ci hai mai pensato? Vabbè sto degenerando.
Ho sceso le scale e mi sono ritrovato in strada. Avevo la busta con me.
Sì, questa busta che vedi. Dentro? Dentro ci sono dei libri. No, non li conosci. Sono quei libri che piacciono solo a me, poi ogni tanto cerco di convertire qualcuno ma non ci riesco mai. Secondo me non li leggono neppure. Alcuni me lo dicono anche. Beh, sì, lo preferisco. Forse, non lo so. Un po' fa male comunque. È pur sempre come dare un pezzo di sé che poi ti viene restituito lindo, immacolato. Non dico che dovresti soffiartici il naso, ma cavolo almeno maneggialo, studialo, giocaci un po'. Sì no, parlavo del pezzo di me non dei libri. O dei libri come pezzi di me, vabbè è una metafora un po' così, dai hai capito.
E comunque non era dei libri che volevo parlare, potevano pure essere dei dischi o una vecchia felpa che avevi prestato un giorno che il cielo si era annuvolato quasi dal nulla, si era alzato il vento e la temperatura era precipitata di tipo dieci gradi.
È solo che io mica li rivolevo indietro quei libri.
Ho le mie teorie sui prestiti. È vero, ho le mie teorie su tutto. È così bello teorizzare. Puoi partire dalla tua esperienza e costruirci sopra teoremi, assiomi, postulati che neanche Euclide. Tanto mica devi farteli convalidare da chicchessia. E se poi i fatti li smentiscono ti basta aggiustarli, almeno fino alla prossima volta. Vabbè sto degenerando di nuovo.
Ci sono vari tipi di prestiti, e non parlo di soldi. E poi chi li ha avuti mai soldi da prestare? Grazie, non serve che me lo dici tu che guadagnare poco e avere le mani bucate non è l'accoppiata ideale.
Ci sono i prestiti, come dire, funzionali. Tipo quando presti una chiavetta usb, che poi la rivuoi indietro il prima possibile che ti può sempre servire, vabbè non serve neanche che te li spieghi questi.
Poi ci sono quelli che io chiamo prestiti culturali, quando presti appunto libri, fumetti, cd. So che ci sono quelli che si segnano tutto, tipo il quadernino dei prestiti, completo di doppia colonna del dare/avere, solo l'idea mi fa rabbrividire, manco fosse un bilancio aziendale. Io non ho mai segnato niente, sono dell'idea che la cultura deve girare, devi trasmetterla, e tanto una volta che un libro l'ho letto ormai fa parte di me, quindi quando lo presto metto in conto che alle volte ritorni, e alle volte no. Lo so, lo so che non sempre chi si tiene le cose che gli presti è in buonafede, e fa conto sulle tue dimenticanze. Ma mi piace pensare che se non te le ritorni di propria iniziativa sia perchè quella cosa gli è piaciuta anche più che a te, e quindi in un certo senso se la merita di più. O forse l'ha a propria volta prestata a qualcun'altro, e in questo caso la trasmissione è salva. Sogno sempre che i libri mi vengano restituiti dopo giri pazzeschi, dopo che sono passati per chissà quante mani, e che siano pieni di sottolineature (ma solo a matita) e di appunti a bordo pagina in grafie sconosciute, ma non succede mai.
Comunque no, non era di questo tipo di prestito che volevo parlare all'inizio, cioè alla fine.
Perchè nella mia tassonomia c'è pure un terzo tipo di prestiti, i miei preferiti, che non conta cosa presti ma perchè lo presti. Sono quei prestiti che poi non sono veri e propri prestiti, ma più una specie di mezzo per creare degli sbilanciamenti, dei disequilibri. Che palle l'equilibrio. Con l'equilibrio non si va da nessuna parte. Sono quei prestiti che fai per creare un legame, per unire una persona a te. Ammetto che alle volte non li presento neanche come prestiti, perchè se dimentico apposta qualcosa a casa o nella borsa di qualcuno di certo non si può parlare di prestito. È sbagliato dire "dimenticare apposta"? Lo so, ma "lasciare apposta" come espressione non vale mezza cicca in confronto.
E insomma poi è fatta. Un prestito così è sempre una buona occasione per rivedersi. Forse poi ti farai restituire la cosa in questione, ma forse anche no. Rimanderai. Alimenterai lo squilibrio. Non è per forza una roba di qualche giorno, eh. Alcuni di questi prestiti li tieni vivi tipo per anni. Sai che sono lì ad aspettarti, quando sarà il momento.
Però poi ci sono le volte come oggi, ogni tanto succede, dovrei averci fatto il callo ma lo odio lo stesso, quando qualcuno insiste per restituirti quello che gli avevi prestato, o forse ti eri dimenticato a casa sua, non importa, e non puoi più rimandare. E sai che non potrai più usare trucchetti così, che se uno vuole il suo bell'equilibrio indipendente, da te di sicuro, glielo devi permettere.
Ecco i tuoi libri, e ti porge una busta. Una busta di Intimissimi, per giunta. Odio le buste di Intimissimi, mi fanno sempre sentire uno scemo quando cammino per strada con sta roba che mi sbatacchia sulla gamba.

3 commenti:

  1. un'idea per la puntata di san valentino.
    meglio una vita sessuale appagante ma sentimentalmente frustrante o viceversa?

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  2. È una domanda interessante.

    Ora devo pensare a come trasformarla in una storia. ;)

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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