- Com'è andata?
- ...
- Eddai, non siamo in teatro, puoi anche evitare queste pause a effetto. Allora?
- Boh.
- Cazzo eri così carico... Cos'è successo?
- Pensavo che l'invito fosse chiaro, ma si è incasinato tutto.
- Ma ti aveva fatto intendere che...?
- No. Non mi aveva fatto intendere un bel niente. Però dai, cioè davvero tu non ti fai almeno un po' il viaggio la prima volta che vieni invitato a casa?
- Tu guardi troppi film porno. Che non sono proprio dei miracoli di sceneggiatura neorealistica.
- Mica pensavo a quello! Cioè, sì, magari anche sì, ma non per colpa dei porno. Poteva anche essere solo un romantico limone sul divano. Bacio intenso-pausa-sguardo intenso-pausa-altro bacio.
- Vabbè, e quindi? Perchè devi sempre prenderla così alla larga? Odio. Arriva al punto.
- Abbiamo pranzato...
- Take away o ha cucinato lei?
- Ma che importanza ha? E poi dici a me.
- Sei matto? Ha tutta l'importanza del mondo. Cucinare per un ragazzo ha un sottotesto potentissimo. La scelta dei piatti, il tempo dedicato alla missione, scegliere di sottoporsi a un inevitabile giudizio...
- Beh, ma perchè tu saresti così pazzo da dire a una tipa che ti vuoi fare e che ti ha invitato a pranzo che il suddetto pranzo fa cagare?
- No, ma lei lo sa che tu non glielo diresti. O comunque potrebbe voler sfruttare l'occasione per metterti alla prova. Magari sceglie di cucinare male apposta per vedere come reagisci.
- È assurdo. Cazzo è, un trucco mentale Jedi? Ma poi chi l'ha detto che la sincerità paga? Secondo me non paga una fava.
- Guarda che io ne ho conosciute di femmine diaboliche. Pensa alla potenza di una simile strategia. Lei cucina di merda, apposta. Se tu glielo fai notare, lei può scegliere se offendersi e sfancularti o se lodarti per la sincerità che potrebbe deporre a tuo sfavore. Se taci, lei potrebbe apprezzare il fatto che tu vada oltre queste categorie veteromaschiliste, oppure potrebbe risentirsi pensando che ingoieresti qualsiasi rospo pur di portartela a letto.
- Vabbè, però così si incastra da sola. Perchè non saprà il perchè della mia scelta a meno che non me lo chieda esplicitamente. Ma se me lo chiedesse esplicitamente dovrebbe ammettere che è tutta una strategia, e questo di sicuro non lo farebbe MAI.
- Questo perchè non consideri il tipico ragionamento femminile-spiralistico-autolesionista.
- Tu devi avere alle spalle delle gran brutte esperienze. Comunque ha cucinato lei. E ha cucinato bene. E io non ho pensato una sola volta a nulla di sta roba che dici tu. Abbiamo preso il caffè.
- Avete parlato sempre? Qualche silenzio-imbarazzante-carico-di-tensione-in-cui-nessuno-sa-cosa-dire-e-ci-si-guarda-di-sfuggita-negli-occhi-per-poi-riabbassare-lo-sguardo?
- Sereni. Chiacchiere come fossimo amici da una vita.
- Male. Malissimo. Neanche un accenno di malizia, così, tra le righe? Qualche battuta che si prestava a doppi sensi, che alludeva a?
- Boh, non mi pare...
- Le cose sono due: o hai lo spirito di una patata lessa, o non ce n'è. È strano però, perchè se anche sei una patata lessa, e ho il sospetto che tu lo sia, da che mondo e mondo anche la più innocua comunicazione uomo/donna si porta dietro una tensione sessuale latente.
- Tu stai male. E poi sono io quello che guarda troppo porno. Comunque il fatto è che a quel punto è rientrata a casa la sua coinquilina.
- Ah!
- Non poteva dirle di fare più tardi? O al massimo di chiudersi immediatamente in camera? E invece no. È venuta proprio lì, in cucina. Si è seduta, si è presentata, e si è messa a parlare con noi. Non è stata neanche sfiorata dal pensiero di essere di troppo, che quella era la classica situazione a due che non prevede ingerenze. In nessun modo.
- Che mi stai raccontando, allora? È chiaro che-
- No, no, aspetta. Ora viene il bello. Quando si è presentata non me n'ero accorto, e dire che ci siamo guardati pure negli occhi, ma poi sì, quando si è seduta.
- Ma cosa?
- Cioè mi ha guardato proprio negli occhi, e non mi sono accorto di nulla, giuro. Insomma dopo le presentazioni, mentre si continuava a parlare, l'ho guardata di nuovo, di sfuggita, lei si era distratta e stava guardando fuori dalla finestra, o almeno credo, non so, di sicuro con un occhio.
- Eh?
- Tipo che era mega strabica, ma guarda una roba che se anche mi fossi alzato non avrei trovato un punto cieco della cucina in cui nascondermi dalla sua vista, cioè dai suoi occhi, uno dei due almeno. Però poi se guardava te, riusciva ad allineare gli occhi e non potevi capire che era strabica. Era come vedere in azione chessò il bicipite, o un qualsiasi altro muscolo, cioè osservare uno che fa dei piegamenti sulle gambe, e notare lo sforzo, il lavoro di contrazione. E da quel momento non sono riuscito a fare altro che cercare di osservarla senza che lo capisse, e vedere come rimetteva in posizione l'occhio pigro, e come poi lo lasciasse andare quando aveva finito di guardare qualcosa che necessitava della sua attenzione. Contrazione-rilassamento-contrazione-rilassamento. Mi sembrava uno di quei momenti di iperconsapevolezza, hai presente no? Quando diventi super cosciente tipo di una tua mano, o di una spalla, o del polpaccio. Solo che in questo caso era una consapevolezza non su di me ma su di un'altra persona, quindi forse ancora più grande, capisci?
- Capisco che sei scemo. Cosa c'entra con tutto il resto, con la tipa soprattutto.
- Cazzo non puoi capirlo finchè non lo vedi. È che a quel punto non riuscivo più a seguire la conversazione, cioè questa cosa stava assorbendo tutta la mia attenzione, interrogavo l'amica invece che lei, solo per poter ammirare un'altra volta il ripetersi dell'evento. Pensa che figata sarebbe se avessimo la libertà di muovere gli occhi in modo indipendente, come dei camaleonti. E lei poteva quasi farlo. Magari è una mutante, il primo gradino della prossima evoluzione della specie umana, che ne sai? Chissà come vede il mondo? Non ti viene voglia di entrare nella sua testa, un po' come in Essere John Malkovich? Lei sì che sceglie davvero cosa guardare, mica come noi.
- Non mi sembravi così entusiasta all'inizio.
- È che a quel punto mi ero pure scordato perchè ero lì. La missione originaria era passata in secondo piano. Quando ti ricapita una cosa del genere?
- Tutte le volte che tornerai in quella casa, no?
- Eh, la vedo dura.
- Ta-daaan. L'hai fatta ingelosire.
- Ma magari. No no, mi sa che si è accorta che la mia attenzione era tutta catturata da quell'occhio libero di vagare dove più gli piaceva.
- E con questo?
- Nel giro di dieci minuti ha trovato il modo di mettermi cortesemente alla porta, con qualche scusa su tutte le cose che doveva mettersi a studiare proprio quel pomeriggio.
- Tanto non te la saresti fatta comunque.
- Credo di no.
- E quindi è andata male.
- Sì, ma non poi così male.
- In effetti no.
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