lunedì 23 gennaio 2012

L'ultima sigaretta è del maresciallo - Parte uno

Le porte si aprono. Scende dal treno. Si avvia in mezzo alla gente verso il sottopassaggio. Giunge nella hall della stazione. È nervosa, ha bisogno di fumare una sigaretta. Si guarda intorno, sta aspettando qualcuno. Ha i capelli corti, biondo platino, un principio di ricrescita. È magra, veste un vecchio eskimo, e come si dice in questi casi, sembra un pulcino spelacchiato. Non ha borse o valigie con sé, non ha praticamente nulla. No, in realtà qualcosa ha. In una tasca interna, al caldo, riposa un panetto di hashish.

Non è la prima volta che quella tasca fa da corriere. Deve consegnare il panetto a un ragazzo. Non è il suo ragazzo. Anche se qualcosa in passato, lo ammette, c'è stato. Ora è più una questione di affari. Ma solo perchè è parecchio a corto di denaro.

Ha una terribile voglia di una sigaretta. È poco più che un fantasma, ma le porte scorrevoli rivelano la sua presenza. Esce dalla stazione. Fruga nella tasca (un'altra tasca), e recupera il pacchetto di sigarette. Proprio in quell'istante una volante dei carabinieri rallenta e si ferma parallela al marciapiede, di fronte a lei. Scendono due agenti, una giovane recluta e uno scafato maresciallo.
Lei è rimasta immobile, ipnotizzata dalla scena, sembra un film italiano degli anni Settanta, col pacchetto di sigarette in mano.

Il carabiniere giovane rimane vicino alla macchina, beatamente appoggiato al cofano, lato guidatore, quello anziano si avvicina alla ragazza. Cosa vuole?

Mi scusi, signorina, ha una sigaretta?

È una richiesta cortese, ma ferma. Difficile dire di no. Lo sguardo del maresciallo è di quelli abituati a recepire solo cenni d'assenso. La ragazza apre il pacchetto. Ce n'è rimasta una sola. Di fronte il maresciallo in attesa. Lei ha una tremenda voglia di fumare. E perchè il tizio non arriva? Perchè si trova in questa situazione di merda?

Fine prima parte...

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