lunedì 30 gennaio 2012

L'ultima sigaretta è del maresciallo - Parte due

QUI la prima parte.


Guarda il maresciallo. Abbassa lo sguardo verso il pacchetto. Guarda di nuovo il maresciallo.

Mi dispiace. Me n'è rimasta una sola.

Il tono potrebbe sembrare quasi irriverente. Ma è più ironico, quasi amaro. Non sa da dove l'è venuto questo scatto di orgoglio, di ribellione all'ordine costituito. Il maresciallo fa un piccolo cenno con il capo, un gesto raffinato in anni di servizio, un ringraziamento nella sua più piccola forma intelleggibile, e sorride. Sorride, volte le spalle alla ragazza, e si dirige verso la volante. In fondo non era così difficile dire di no, no? Quella terribile voglia di fumare. La ragazza si porta la sigaretta alla bocca, accartoccia il pacchetto e lo rimette in tasca (è sempre l'altra tasca). Recupera l'accendino, ma prima di azionarlo si ferma un attimo a osservare il maresciallo confabulare con il suo giovane collega. Quasi non si accorge di stare dando la prima boccata, incantata com'è dalla visione, mentre riflette sul fatto che non si ricorda neanche una barzelletta sui carabinieri.

Il maresciallo si gira, per un momento gli sguardi si incrociano. La ragazza forse si rende conto solo adesso che la sua è stata una mossa un po' affrettata. Il maresciallo torna a voltarsi, ride fragorosamente, troppo fragorosamente, a una battuta del collega, poi di colpo tace.
Si gira un'altra volta e torna con passo lento dalla ragazza.

Mi scusi, signorina, favorisce un documento?



Cazzo. Cazzo cazzo cazzo. Tutta colpa di quella cazzo di sigaretta. Perchè non ha aspettato che se ne andassero? Maledetta voglia di fumare. Stare tranquilli. L'imperativo è stare. Tranquilli. Il maresciallo attende con un braccio proteso, quasi stesse invitando la ragazza a un ballo. Dopo una nervosa e interminabile ricerca condotta a una mano (l'altra regge immobile quella sigaretta che brucia e pesa come un mattone) la ragazza estrae una carta d'identità sgualcita dalla tasca posteriore dei pantaloni, e la porge al maresciallo, guardandolo negli occhi, con espressione interrogativa.

Normali controlli.

Dice il maresciallo, rispondendo allo sguardo, prima di raggiungere la macchina e chiamare la centrale. Normali controlli un par di palle, questa si chiama vendetta. Che cogliona. Che poi lo sa di essere segnalata, che quel paio di volte che l'hanno beccata a fumarsi una canna rimarranno impressi vitanaturaldurante sulla sua fedina. E chi lo sapeva prima di avere una fedina. Che poi perchè si chiama fedina? Una piccola fede? Ma in cosa? Boh. E adesso? Mica se ne può andare. E se la vogliono perquisire? No, dai, non è possibile, va contro i suoi diritti. Vero? Per perquisire qualcuno ci vorrà come minimo un mandato. Giusto? Troppi telefilm americani. Ma come funziona in Italia? Ma cazzo fateli dei telefilm fighi che spieghino queste cose. Quanto tempo ci sta mettendo, soprattutto? Non è mica una serial killer in libertà vigilata. Il maresciallo continua a confabulare via radio, il giovane collega invece è girato verso di lei, braccia conserte. Sarebbe anche carino, chissà perchè se ne accorge solo adesso. Peccato la divisa. Peccato il momento. E intanto la sigaretta è finita, non avrà dato più di tre tiri in tutto, il filtro che scotta ancora tra le dita.

Fine seconda parte...

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